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Il consiglio comunale dedicato a mozioni e interrogazioni è l’unico momento in cui i temi all’ordine del giorno sono, di fatto, decisi dall’opposizione. È un prezioso spazio di democrazia.

Ieri, però, mentre si stava discutendo una mozione sul potenziamento del servizio di emergenza sanitaria 118, il sindaco e la sua maggioranza – fingendosi offesi e aggrediti dalle parole della consigliera Ciarlantini – hanno scelto di far mancare il numero legale, determinando così l’interruzione anticipata della seduta.

Un nervosismo forse comprensibile: Grando sul tema della sanità è in evidente difficoltà, avendo promesso in campagna elettorale addirittura un ospedale per Ladispoli, e non riuscendo oggi neppure a garantire la tenuta dei pochi servizi sanitari esistenti.

In un comunicato stampa il sindaco ha affermato che davanti a un clima irrispettoso la chiusura del consiglio è stata una conseguenza inevitabile.

Ma allora ci chiediamo: se fosse stato un Consiglio ordinario, con all’ordine del giorno un provvedimento della maggioranza ed un consigliere d’opposizione avesse pronunciato, nella foga del dibattito, qualche parola offensiva, i consiglieri di maggioranza si sarebbero comunque alzati abbandonando l’aula? Vorremmo proprio vederli…

Tra poco si discuterà il Piano Integrato per lo spostamento del mercato in via Sironi e per nuove palazzine (un’altra colata di cemento): sarà interessante osservare se dimostreranno la stessa coerenza se i toni e qualche parola da parte dell’opposizione andrà sopra le righe… o se, come sempre accade, prevarrà l’ipocrisia.

P.S. Esprimiamo solidarietà alla consigliera Ciarlantini, che ha pronunciato qualche parola fuori tono – per la quale si è subito scusata – solo dopo essere stata provocata dal sindaco. Il tema della mala sanità, al centro della mozione, è per lei particolarmente delicato e personale, come aveva chiaramente spiegato durante il suo intervento.