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Martedì scorso, Ladispoli ha assistito impotente ad una decisione storica e secondo noi sbagliata nella forma e nella sostanza: la proposta di staccare Ladispoli dalla Città Metropolitana di Roma per unirsi ad una nuova provincia, con probabile capoluogo Fiumicino, è stata votata dalla maggioranza del consiglio comunale.

Quella promossa dai sindaci di Fiumicino e Civitavecchia, e accettata supinamente dal sindaco Grando, è una vera e propria secessione non condivisa con le popolazioni interessate, portata avanti a colpi di maggioranza e senza alcun coinvolgimento dei cittadini.

Un progetto strampalato, privo di adeguate risorse finanziarie per garantire lo sviluppo del territorio e i servizi necessari, è stato presentato al nostro consiglio comunale senza alcuna relazione dettagliata a sostegno. Inoltre, è stato portato avanti senza considerare le connessioni storico-culturali e i legami sociali ed economici che da sempre uniscono i cittadini di Ladispoli a Roma, la capitale italiana.

Il paradosso è che – insieme alle altre forze d’opposizione – abbiamo chiesto di sottoporre una scelta così impattante ad un referendum popolare in cui i cittadini possano esprimersi, ma ci è stato risposto che i referendum hanno dei costi eccessivi.

In un vademecum fatto circolare senza ufficialità si promettono poi 5000 nuovi posti di lavoro. Semplicemente ridicolo, considerando che il personale dell’intera Città Metropolitana di Roma conta attualmente 1344 unità (v. P.I.A.O 2024-2026). Anche la previsione di un Policlinico ignora che la competenza in materia sanitaria è in capo alle Regioni.

Insomma, dietro alla nuova Provincia, non c’è il “protagonismo diffuso” tanto sbandierato per illudere gli ingenui, ma il protagonismo di pochi politici capibastone che preferiscono immaginarsi padroni di un feudo piuttosto che amministratori democraticamente eletti, pro-tempore, nell’interesse generale.

Noi rifiutiamo radicalmente quest’idea verticistica e feudale della politica e stiamo valutando insieme a tutte le altre forze politiche veramente democratiche quali azioni poter intraprendere per informare e attivare la cittadinanza.